LA VOCE DELLA PEDAGOGISTA

LA VOCE DELLA PEDAGOGISTA

 

L’Istituto Labor, offrendo corsi di recupero anni scolastici e servizio doposcuola, si è da sempre attrezzato per offrire ai suoi studenti con difficoltà nello studio un servizio efficiente e premuroso, fino ad avvalersi negli ultimi anni della collaborazione della Dott.ssa Cristina per affrontare le problematiche con professionalità e coscienza: lasciamo a lei la parola.

 

 

Come si potrebbe descrivere l’esperienza dello Sportello Pedagogico che da oltre tre anni garantisce a chi frequenta la scuola di recupero anni scolastici Laborche sia alunno, genitore o insegnante?

Si tratta a mio parere di un’opportunità: per i ragazzi, di recuperare dentro il proprio vissuto scolastico sia la causa del suo brusco arresto, dovuto magari ad una non promozione, oppure una difficoltà di motivazione nello studio che rivela problematiche non sempre inerenti la scuola; per i genitori, di interrogarsi sulla qualità della loro relazione educativa con i figli; per gli insegnanti, di verificare delle proposte metodologiche messe in atto durante l’insegnamento della propria materia.

Un’attenzione di riguardo viene mostrata per tutti coloro che sono affetti da un Disturbo Specifico dell’Apprendimento – DSA, ragazzi che dalla scuola di Stato non sempre sono stati segnalati e poi accompagnati nel loro percorso con la cura a loro dovuta.

La legislazione scolastica può aver fatto passi da gigante in merito, ma spesso la preparazione dei docenti a riguardo è ancora inadeguata e l’etichetta di “ragazzo svogliato, pigro” fa capolino in molti consigli di classe e colloqui con i genitori.

La Direzione dell’Istituto Labor, scuola di recupero anni scolastici di Milano con la quale collaboro da tempo, richiede le certificazioni DSA già all’atto d’iscrizione, per consentire ai docenti di approntare un programma individualizzato. Lo Sportello d’Ascolto dell’Istituto Labor è stato, in diversi casi, promotore di verifiche nel momento in cui vi siano stati segnali della presenza di un DSA. Molti genitori hanno potuto dare così un nome alle difficoltà del proprio figlio dopo anni di incomprensioni, che spesso hanno reso teso il rapporto familiare.

Come si relazionano con lei e con lo Sportello d’Ascolto?

Ai professori dell’Istituto Labor è consentito accedere allo Sportello Pedagogico in ogni momento per mettere a punto le strategie educative che ritengono più idonee per ciascun studente: si tratta di una verifica in itinere del proprio metodo educativo. Un’utopia ancora oggi per la maggior parte delle Scuole Secondarie Superiori. 

Quest’anno l’Istituto Labor ha inoltre ritenuto necessario che tutto il corpo docenti potesse accedere ad un corso di aggiornamento sui DSA, da me proposto e tenuto nel corso dei primi mesi di scuola. Non due o tre conferenze sul tema bensì dieci incontri di due ore e mezza ciascuno: una vera e propria formazione con relativa ricaduta didattica. 

E i ragazzi che accedono a questo servizio come ne traggono beneficio?

In diversi modi, ma possiamo affermare con soddisfazione che la maggior parte non si nega e, anche se convocati senza richiesta da parte loro, si lasciano condurre per mano nell’esplorare il loro percorso e vissuto scolastico pregresso. Le attività proposte variano moltissimo perché si tenta in primis di osservare con attenzione il bisogno e i tratti distintivi del disagio presente in ciascun alunno per poi approntare una proposta adeguata. Per darne un’idea: si passa da strumenti di training operativi basati sulla narrazione, volti a sviluppare strategie di pensiero estremamente motivanti, a test della personalità e a questionari di orientamento.

Il dialogo che avviene attraverso il colloquio con la sottoscritta diventa in molti casi la modalità principale del lavoro pedagogico. Essere presi sul serio è esigenza disattesa in molti tra loro. Aprirsi con un adulto che non viene ritenuto giudicante mette in moto un circolo virtuoso che può anche liberare definitivamente le energie morali e intellettuali del ragazzo stesso fino a renderlo pronto ad affrontare un percorso universitario dopo esser stato qualificato per alcuni anni come “poco intelligente”.

L’orientamento è quindi una delle priorità dell’Istituto Labor sia in entrata che in uscita. Grazie a classi non numerose anche gli insegnanti possono cogliere più facilmente le attitudini dei loro alunni e segnalarle a me o alla Direzione innescando una verifica delle scelte individuali seria e motivata.

Segnalo infine che l’Istituto Labor ha offerto in passato corsi di sostegno genitoriale molto apprezzati per le tematiche proposte e per il metodo di mutuo aiuto promosso tra i partecipanti di cui sono stata semplice moderatrice.